A cura di Emiliano Maramonte, membro del Gruppo Astrofili Dauni.
Viviamo nell’era della post-verità. La diffusione massiccia dei social network ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e di interagire gli uni con gli altri. Le informazioni viaggiano sulla Rete mondiale alla velocità del pensiero e per noi ormai è facilissimo trovare e condividere notizie senza verificarne il contenuto, per il solo fatto che tali notizie rafforzano o confermano le nostre convinzioni; questo meccanismo ch
e riguarda tutti noi si chiama “pregiudizio della conferma”. Le bufale scientifiche su Internet viaggiano grazie alla viralità delle dinamiche di Internet: la disinformazione si propaga come un virus poiché fa presa sugli utenti molto velocemente, facendo leva sulla mancanza di conoscenze (e competenze) approfondite in molti campi del sapere scientifico. Ecco che affermazioni del tipo: “Il 27 luglio Marte sarà alla minima distanza dalla terra e si vedrà grande come la luna”, oppure “Tutti pronti per fotografare l’affascinante fenomeno della Luna Blu”, sono all’ordine del giorno e causano una distorsione nella corretta comprensione e diffusione della cultura scientifica.
L’astronomia soffre particolarmente la disinformazione scientifica. Negli ultimi 5 anni i social network hanno favorito la diffusione di “teorie” e “dottrine” strampalate ai limiti dello sciocco complottismo come il modello della terra piatta o il cosiddetto “Moon Hoax”, ossia il complotto lunare, secondo cui le missioni americane sulla luna sarebbero state delle clamorose falsificazioni.
Durante la conferenza si cercherà di illustrare i meccanismi di diffusione delle bufale e si definiranno i confini dell’informazione scientifica corretta, con particolare attenzione a parametri necessari per distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.